Esame Avvocato 2022 - Le Linee Guida del Ministero

10 Gennaio 2023

Il Ministero della Giustizia, con decreto ministeriale del 21 dicembre,  ha pubblicato le linee guida per la Sessione 2022 dell'Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, di seguito i punti salienti del documento e il link alla comunicazione originale per chi volesse approfondire.

1. Premessa

La prima prova orale dell’esame di abilitazione alla professione forense ha ad oggetto l’esame e la discussione di una questione pratico-applicativa, nella forma della soluzione di un caso, che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, in una materia scelta preventivamente dal candidato tra le seguenti: materia regolata dal codice civile; materia regolata dal codice penale; diritto amministrativo.

Per lo svolgimento della prima prova orale è assegnata complessivamente un’ora dal momento della fine della dettatura del quesito, suddivisa in trenta minuti per l’esame preliminare del quesito e trenta minuti per la discussione. Durante l’esame preliminare del quesito il candidato può consultare i codici, anche commentati esclusivamente con la giurisprudenza, le leggi e i decreti dello Stato.

2. Oggetto e struttura del quesito

Il quesito deve avere ad oggetto una questione pratico-applicativa ed essere formulato quale richiesta di soluzione di un caso. Deve cioè essere posto all’esame del candidato un caso pratico (una fattispecie concreta, una quaestio facti) rispetto al quale egli, nelle vesti di un legale, deve prospettare una soluzione giuridica, espressiva di una possibile iniziativa difensiva. Può trattarsi di un caso tratto dalla giurisprudenza, anche rielaborato.Il quesito non deve essere meramente teorico e non deve implicare l’esposizione a tema su un argomento, svincolata da un caso concreto. Essenziale al quesito e alla tipologia della prova d’esame, infatti, è la dimensione pratico-applicativa, volta a verificare la capacità di individuare, inquadrare e risolvere problemi giuridici partendo da casi concreti. Il quesito deve essere pertanto concepito come un caso che si possa presentare nell’esperienza professionale di un avvocato.

3. Materie oggetto dei quesiti

Per quanto riguarda il diritto civile e il diritto penale, la disciplina dell’esame fa riferimento a una“materia regolata dal codice civile” e “dal codice penale”. Il quesito non può pertanto avere adoggetto materie disciplinate nell’ambito delle leggi complementari al codice civile e al codicepenale. Quanto in particolare al codice civile, la vastità della materia suggerisce –conformemente alla decennale prassi delle tradizionali prove scritte, sostituite dalla prima provaorale – di escludere le materie contenute nel Libro V, costituendo il diritto del lavoro e il diritto commerciale materie specifiche e autonome, comprese tra quelle oggetto della seconda provaorale.Quanto al diritto amministrativo, la disciplina dell’esame fa riferimento, in assenza di un codice,a una “materia regolata dal diritto amministrativo”.

5. Discussione

Finito l’esame preliminare del caso, il candidato dovrà presentare alla commissione e argomentare la propria proposta di soluzione, che presuppone l’individuazione delle questioni coinvolte, degli istituti e delle norme applicabili. In sede di discussione, la commissione potrà porre domande al candidato, al fine di chiarire la soluzione prospettata.

6. Valutazione dei candidati

La prova è volta a verificare:

a) la capacità del candidato di inquadrare ed elaborare in tempo breve il caso proposto e di individuarne gli eventuali rimedi a disposizione, con il supporto dei testi di legge, annotati con la sola giurisprudenza;

b) la capacità del candidato di discutere il caso in modo sintetico ed efficace, mostrando l’attitudine a individuare i problemi posti dal caso concreto e a prospettare, anche alternativamente, soluzioni plausibili alla luce della normativa e della giurisprudenza e che si rivelano pertanto meritevoli di un ideale approfondimento da parte del professionista.

7. Criteri di valutazione

- correttezza della forma espositiva, anche sotto il profilo grammaticale e sintattico, padronanza nell’uso del linguaggio giuridico;

- chiarezza, logicità, completezza, sinteticità, rigore metodologico dell’esposizione;

- capacità di individuare i nuclei problematici, le questioni di diritto, gli istituti sostanziali e processuali coinvolti, la disciplina applicabile, gli eventuali orientamenti giurisprudenziali e dottrinali;

- dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati strettamente pertinenti al quesito da risolvere;

- capacità di stabilire nessi tra gli istituti sostanziali e processuali che vengono in rilievo;

- dimostrazione di concreta capacità di prospettare soluzioni plausibili di problemi giuridici, sulla base del diritto sostanziale e del diritto processuale, anche attraverso riferimenti essenziali agli orientamenti giurisprudenziali e ad eventuali esperienze maturate durante la pratica professionale;

- dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarietà;

- capacità di argomentare adeguatamente e in modo persuasivo la soluzione del caso prospettata all’esito dell’esame preliminare.

 

FONTE: Ministero della Giustizia

 

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