I principi fondamentali della P.A.
Alla base dell'attività amministrativa del nostro Paese vi sono dei principi disposti al fine di permettere un funzionamento ottimale della stessa.
Vediamo quali sono i principi previsti.
Primo fra tutti è il principio di legalità, senza il quale non potrebbe esistere l'attività in questione: infatti, la pubblica amministrazione e i suoi provvedimenti trovano il loro fondamento proprio nella legge.
Poi, non possiamo non menzionare l'art. 97 Cost. il quale sancisce che "le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.
I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministratore.
Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge".
Ebbene, i primi due principi che si rinvengono da tale norma sono quelli di buon andamento e imparzialità.
Il primo obbliga la pubblica amministrazione ad agire nel modo più adeguato possibile per garantire l'interesse pubblico evitando ingerenze esterne; il secondo, invece, obbliga la pubblica amministrazione a rimanere super partes, cioè a non favorire nessuno in particolare, ma perseguire solo e soltanto l'interesse pubblico.
Altri principi essenziali per il funzionamento della pubblica amministrazione sono:
- principio di trasparenza: in generale, è inteso come conoscibilità dell'operato della P.A. da parte dei cittadini. Con il d. lgs. 33/2013 la trasparenza è stata definita come "accessibilità totale ai documenti e ai dati detenuti dalla pubblica amministrazione, al fine di promuovere la partecipazione dei cittadini";
- principio di pubblicità: strettamente collegato al precedente principio, quest'ultimo implica che l'amministrazione deve pubblicare i documenti in modo che siano accessibili ai cittadini;
- principi di collaborazione e buona fede: la collaborazione è intesa come coinvolgimento dei cittadini nell'attività amministrativa, che deve essere svolta in modo corretto e trasparente. Infatti, i cittadini non sono intesi come soggetti passivi di tale attività, ma hanno un ruolo attivo, che si estrinseca attraverso la loro partecipazione. La buona fede, invece, è il rispetto della legittima aspettativa della correttezza dell'attività amministrativa da parte dei cittadini.
- principio di semplificazione: previsto dall'art. 1 della l. n. 241/1990, tale principio è atto ad eliminare ogni fase non strettamente necessaria all'attività amministrativa, in modo da garantire celerità nell'adozione dei provvedimenti;
- principio di sussidiarietà: previsto dall'art. 118 Cost., tale principio implica l'intervento di un determinato ente pubblico rispetto ad un altro, a seconda della situazione che la pubblica amministrazione deve affrontare. In pratica, l'attività amministrativa deve essere svolta dall'ente più vicino ai cittadini (comune), ma può essere svolta anche da enti via via più "lontani" (provincia, regione, Stato) solo se il servizio reso è più efficace;
- principio del legittimo affidamento: si sostanzia nell'interesse del privato alla tutela di una situazione posta in essere in seguito all'adozione di atti e provvedimenti della pubblica amministrazione;
- principio di proporzionalità: bilanciamento tra mezzo e fine, interessi pubblici e privati in modo da assicurare un'attività amministrativa ottimale.