Maltrattamenti- abuso di mezzi di correzione
Cass. pen., sez. V, 17 aprile 2021, n.13067
“In presenza di maltrattamenti, ossia di una pluralità di atti che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, collegati da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento da un'unica intenzione criminosa di ledere l'integrità fisica o morale del soggetto passivo infliggendogli abitualmente tali sofferenze, la coscienza e volontà di persistere in un'attività vessatoria, già posta in essere in precedenza non è esclusa dall'intenzione dell'agente di agire per finalità educative e correttive. La intenzione soggettiva dell'agente non è, infatti, idonea a far rientrare nel meno grave delitto di cui all'art. 571 c.p., ciò che ne è oggettivamente escluso poiché i trattamenti lesivi dell'incolumità fisica o afflittivi della personalità del minore non sono sussumibili tra i mezzi di correzione, tali essendo, per loro natura, solo quelli a ciò deputati (nella specie, la Corte ha respinto la tesi difensiva dell'imputato secondo cui le condotte poste in essere nei confronti della figlia, rea di non aver svolto i compiti, rientrassero nell'ipotesi di abuso dei mezzi di correzione)”.