Sottrazione di dati sensibili dei clienti tra furto (624 c.p.) aggravato dall’abuso di prestazione d’opera e appropriazione indebita
Cass. pen., V, 25 novembre 2020, n. 33105
La sottrazione di CD-ROM contenenti dati sensibili dei clienti della società da parte del dipendente tra furto (624 c.p.) aggravato dall’abuso di prestazione d’opera (61, n. 11, c.p.) e appropriazione indebita (646 c.p.)
“Ai fini della configurabilità del reato di furto piuttosto che di quello di appropriazione indebita, ciò che è decisiva è l'indagine circa il potere di disponibilità sul bene da parte dell'agente: se questo sussiste, il mancato rispetto dei limiti in ordine all'utilizzabilità del bene integra il reato di appropriazione indebita; in caso contrario, è configurabile il reato di furto; ciò perché, quando sussiste un semplice rapporto materiale con la cosa, determinato da un affidamento condizionato e conseguente ad un preciso rapporto di lavoro, soggetto ad una specifica regolamentazione, che non attribuisca all'agente alcun potere di autonoma disponibilità sulla cosa stessa, si ricade nell'ipotesi di furto e non di appropriazione indebita”.